Terni, corso di braille per una vera inclusione dei bambini ipovedenti

Al centro PsyUp di Terni si è svolto un corso di Braille a cura della docente Paola Torcolini per favorire la relazione e la vera inclusione dei bambini ciechi o ipovedenti. Un corso che ha visto la partecipazione di addetti ai lavori, ma non solo.

A Terni presso il centro di psicologia per l’età evolutiva ed adulta, PsyUp, negli ultimi mesi, si è svolto un corso base diBraille organizzato dall’istitutoIerfop di Cagliari

Il corso, che nei giorni scorsi ha avuto il suo epilogo, con l’esame finale, è stato tenuto dalla docente Paola Torcolini ed è stato aperto a docenti e insegnanti di sostegno, educatori, assistenti sociali, logopedisti, psicologi, pedagogisti, congiunti di non vedenti e ipovedenti e più in generale, a tutte le persone interessate alla tematica.

L’obiettivo del corso è stato quello di fornire ai partecipanti le basi per leggere e scrivere in Braille in modo da favorire l’integrazione di non vedenti e ipovedenti.

Con le telecamere di Teleambiente abbiamo seguito l’esame ed abbiamo intervistato le due responsabili del centro PsyUp,le psicoterapeute Micaela Rosati e Mariacristina Morabito.

“L’idea – ha detto Micaela Rosati – è nata da un bisogno, un bisogno sul territorio, e soprattutto un bisogno rispetto alla nostra utenza di apprendere determinate strategie alternative di insegnamento/apprendimento. Ovviamente nel momento in cui abbiamo notato che, noi in primis, mancavamo di questa abilità, ci siamo informate sul territorio e attraverso lo Ierfop c’è stata presentata la professoressa Torcolini e con lei, siamo riusciti a coinvolgere sia le figure dirette che lavorano con la nostra utenza che quelle indirette: le insegnanti di classe piuttosto che le psicomotriciste, logopediste e quanto altro”.

“Le prime a metterci in gioco ovviamente – ha aggiunto Maria Cristina Morabito – siamo state noi anche per porci un po’ da modello rispetto a quello che è l’impegno che, in queste situazioni di difficoltà, molte famiglie affrontano. Quindi ci è sembrato anche importante aprire questa finestra, sul territorio ed offrire la possibilità di seguire questo corso”.

“Da parte nostra  ha sottolineato Micaela Rosati – la consapevolezza è alta, sul territorio sembra invece un pochino meno attenzionata, diciamo in questo modo. Per cui più si aumentano quelle che sono le possibilità di dare questo servizio, di offrire questo servizio, e maggiore sarà poi l’impatto che questo avrà a lungo termine sulla società”.

Ai microfoni di Teleambiente la docente Paola Torcolini, esperta in lis, e scrittura e lettura Braille, ha fatto il quadro della situazione inclusione e cecità, in Umbria.

“La situazione in Umbria – ha riferito Paola Torcolini – non è catastrofica, ma ha bisogno di essere supportata e questo corso di tiflodidattica base, quindi scrittura e lettura braille per bambini non vedenti o ipovedenti gravi, dà l’opportunità a tutte quelle figure che ruotano intorno ai bambini con disabilità visiva di avere un supporto importante”.

Cecità meno attenzionata rispetto ad altre problematiche

“Molto probabilmente – ha spiegato Paola Torcolini – è una malattia che colpisce pochi bambini nel nostro ambiente, però secondo me, anche se sono pochi, quei pochi vanno supportati, vanno aiutati, soprattutto nei primi anni di vita e soprattutto in un contesto scolastico. Dal contesto scolastico poi si passa in modo repentino a quello sociale e i bambini non vedenti devono essere sollecitati, aiutati e supportati, soprattutto dalle insegnanti, non solo di sostegno ma anche insegnanti curricolari”.

Difficoltà di comunicazione, portano ad inevitabili problemi di relazione

“Il corso che io ho svolto in questo periodo, qui a Terni – ha ricordato Paola Torcolini – non si basa soltanto sull’insegnamento della tiflodidattica, ma di una pedagogia, per aiutare il bambino, in modo semplice, ma anche concreto, stimolandolo ed accompagnandolo ad una relazione con gli altri compagni”.

Modalità di partecipazione

“Io – ha ribadito Paola Torcolini – ho completato questi corsi di formazione con l’istituto Ierfop di Cagliari che rappresento in Umbria e dopo questa chiusura di questo secondo corso, ce ne saranno sicuramente degli altri. Invito chiunque sia interessato a scrivere un’e-mail all’istituto Ierfop di Cagliari oppure a chiamarlo tramite telefono”.

Il corso è anche per genitori di figli ipovedenti o non vedenti

“Il corso – ha assicurato Torcolini  è aperto a tutti: insegnanti, logopedisti, psicologi, genitori con bambini con disabilità, il corso aperto a tutti quanti”.

“Il corso – ha continuato Paola Torcolini – dà un approccio alla letto-scrittura braille, ma si diventa bravi da un primo livello in poi, ecco lì gli allievi e le allieve iniziano ad avere una competenza completa e anche molto importante”.

Consapevolezza nel corpo docente

“Essendo un’ insegnante curriculare – ha evidenziato Paola Torcolini sempre a Teleambiente – ed avendo svolto tanti anni di lavoro nel sostegno, io ho utilizzato la tiflodidattica anche per i bambini normodotati e ho visto che è un insegnamento estremo perché aiuta i bambini a valorizzare anche gli altri sensi residui”.

“Il braille – ha precisato Torcolini – non è adatto soltanto ai bambini ciechi, ma è adatto ad ogni bambino perché lo sostiene, lo supporta anche allenando gli altri sensi. Nei miei libri, che ho portato come aiuto ed ausilio alle allieve ed agli allievi che hanno frequentato il corso, ho insegnato oltre alla tiflodidattica, anche la metodologia per approcciare il bambino cieco e il bambino anche normodotato”.

“Questo –ha concluso Paola Torcolini  è un lavoro che fa fatto in coesione, per una vera inclusione scolastica non va diviso l’insegnamento del bambino cieco con la didattica per il bambino normodotato, ma è necessario farle collaborare”.