AREE DI INTERVENTO NELL’ETA’ EVOLUTIVA

L’intervento cognitivo comportamentale applicato a soggetti in età evolutiva ha la caratteristica di essere nella maggior parte dei casi, un tipo di intervento breve, strutturato e basato sul principio che pensiero emozione e comportamento sono tre aspetti del funzionamento dell’individuo che interagiscono in continuazione e si influenzano reciprocamente. Numerosi studi controllati attestano l’efficacia dell’intervento cognitivo comportamentale anche nell’aiutare bambini e adolescenti a superare disturbi emotivi.

Compito principale del terapeuta è creare delle esperienze di apprendimento che consentano al bambino/adolescente di modificare processi cognitivi, reazioni emotive e comportamenti disfunzionali.

Le principali aree di intervento:

Disturbo oppositivo provocatorio: inserito nella categoria dei “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”. Complessivamente, queste sono delle condizioni che comportano difficoltà nel controllo delle emozioni e nell’autoregolazione del comportamento. È caratterizzato da un pattern ricorrente di comportamenti ostili e provocatori, con episodi di aperta sfida verso le figure di autorità ed aspetti di collera ed irritabilità.
Disturbo della condotta e comportamenti devianti: è definito come un “pattern ripetitivo e persistente di comportamento in cui i diritti degli altri o le regole sociali sono violati”. La sua caratteristica distintiva è pertanto quella di uno stile di comportamento caratterizzato dalla tendenza a prevaricare gli altri, a non rispettare le regole, a mentire, a mettere in atto azioni che possono costituire danno o pericolo per le altre persone. Si tratta, in sostanza, della descrizione di caratteristiche che nel soggetto adulto definiremmo antisociali.
Ansia generalizzata: le caratteristiche più comuni sono ansia, preoccupazione o paura eccessive che eccedono marcatamente quanto ci si potrebbe aspettare in base al livello evolutivo del soggetto, che diventa generalizzata al punto da ricoprire più ambiti e situazioni, interferendo nei diversi ambiti di vita quotidiana o con quella dei suoi familiari. Può manifestare un elevato livello di tensione motoria (irrequietezza, affaticamento, tremori); eccessiva reattività neurovegetativa (battito cardiaco accelerato, dispnea, capogiri..); stati di ipervigilanza, difficoltà di concentrazione, difficoltà relative al sonno e uno stato di irritabilità generale.
Ansia da separazione: si caratterizza da accentuato disagio emotivo e ripetute proteste (pianti, comportamenti aggressivi, scoppi d’ira, implorazioni ai genitori che non se ne vadano) al momento di separarsi temporaneamente dalle figure di attaccamento. Persistenti e irrealistiche preoccupazioni circa eventi negativi che potrebbero capitare alle figure di attaccamento o eccessiva paura che se ne possono andare e non tornare più.
Fobia sociale, timidezza: evitamento di contatti con persone non familiari. Isolamento sociale e/o eccessivo coinvolgimento in attività solitarie (ad esempio, leggere, ascoltare la musica, giocare ai videogiochi). Amicizie estremamente limitate o non intime al di fuori dei membri della stretta cerchia familiare. Contatto oculare limitato o assente, rifiuto o reticenza a rispondere verbalmente e isolamento in molte situazioni sociali.
Rifiuto della scuola: persistente riluttanza o rifiuto a frequentare la scuola per il desiderio di rimanere a casa con il genitore o per evitare di affrontare il disagio emotivo che prova a scuola. Marcato disagio emotivo e ripetute proteste quando è il momento di andare a scuola o dopo l’arrivo a scuola. Frequenti lamentele somatiche (mal di pancia, mal di testa, nausea) associate a frequentare la scuola o all’anticipazione di dover andare a scuola.
Bassa autostima: verbalizzazione di commenti autosvalutativi, il bambino o il ragazzo si vede come privo di valore, stupido, un perdente, non attraente. Fa eccessivi sforzi per compiacere agli altri o per ricevere attenzione e lodi da adulti e coetanei. È incapace di individuare i suoi talenti o accettare i propri tratti positivi. Ha paura di essere rifiutato dagli altri, specialmente dal gruppo dei pari; ha difficoltà a dire di no e un’eccessiva accondiscendenza.

Depressione: le caratteristiche più comuni sono: irritabilità; peggioramento del rendimento scolastico; umore triste o cupo; preoccupazioni che hanno per oggetto la morte; pensieri e/o azioni di tipo suicidario; ritiro sociale; uso di droghe per innalzare l’umore; senso di impotenza, inutilità o senso di colpa immotivati.

 

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